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Per prima cosa tieni conto che Casa Cappellari qui a Martina Franca la chiamano ex Ospedaletto, nei paesi infestati dallo Scirocco tutto sembra lontanissimo nonostante sia davvero tutto vicino, nella Valle d’Itria quando stai per arrivare in un posto, vieni morso dallo spaesamento e i luoghi che vuoi visitare si allontanano di un poco.
Forse è la paura dell’incontro, la timidezza qui non conta nulla, essere scontrosi e accoglienti sono le facce della stessa medaglia.
Il motivo? Anni e anni di storia che si inseguono giocando a mosca cieca tra i vicoli del centro storico.
Quello che è importante sapere è che a Casa Cappellari, a Manufacta, non esiste il concetto di ritardo. Il tempo sembra fermarsi. Lo spazio congelarsi.
Una realtà di un mondo che forse non esiste più.
A Manufacta nulla avviene prima del previsto. Gli espositori attendono la visita degli avventori incastonati in 13 stanze una in più degli apostoli.
A Casa Cappellari c’è sempre spazio per un apostolo in più.
Dalla corte interna puoi guardare il cielo e i comignoli dei camini, ora inutilizzati, disegnano prospettive immortali rotte soltanto dal pianto della campane della chiesa del Carmine. Rimbombano come la coscienza muta che scuote gli animi dei pensatori quando appoggiano la testa sul cuscino prima di abbandonarsi al sonno e a quella divinità che aspetta silenziosa l’attimo per ammaliarli.
Manufacta comincia ogni giorno nel pomeriggio, se la prende comoda, rifugge la frenesia dei giorni di festa quando giri a vuoto come trottola impazzita qui la lentezza della contrattazione è legge sacra.
A Casa Cappellari si fa così.
I vicoli del centro storico all’apparenza formano un labirinto di viuzze capace di estraniare il greco che è in te, ma tu avventore sai di essere il primogenito di un matrimonio a tre tra Teseo, Arianna e il Minotauro.
Non hai bisogno di orientarti, vai sempre dritto, la strada diventa naturale se sai dove vuoi arrivare.
Vivi ogni passo che divide te dalla meta, assaporane il gusto, qui in questa città, tutto è squisito; non lasciarti confondere dall’odore di carne al fornello avrai tempo per assaggiare ciò che questa terra offre.
Qui è tutto buono anche l’aria che respiri se questa è mischiata con il respiro dei popoli del mondo. Se c’è vento non preoccuparti è il fiato del Mediterraneo.
Lasciati accarezzare e sedurre.
Lascia a casa quello che non ti serve, tanto qui, da noi, non ne avrai bisogno.
Ti risulterà strano non sapere quando sarà il momento per cantare, danzare, ascoltare e contrattare non temere, asseconda il movimento del tuo vicino, gli espositori sapranno tranquillizzarti con la loro esperienza. Come marinai ti sproneranno a stare di vedetta su un mare non troppo lontano, ma così tremendamente vicino, ascolta quello che hanno da dirti, osservane i gesti.
Ricordati caro avventore che qui da noi, a Manufacta, se cerchi qualcosa, quel qualcosa sta già cercando te.
A Manufacta, da noi, tutto questo si chiama accoglienza.

 

Asso. Terra Terra

 

 

[foto: Carlo Carbotti]

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